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Il ritratto è forse una delle forme più intime della fotografia: può raccontare una storia, una personalità, un momento della vita solo “rubando” un attimo al tempo. Attraverso il ritratto è anche possibile raccontare i valori di un prodotto, di un’idea e di una realtà.
Nel nostro studio abbiamo lavorato con dei cappelli di lusso e un magnifico volto femminile: vediamo cosa siamo riusciti a fare!

Anche chi non ha vissuto gli anni ’90 riesce a percepirne lo stile, il mood e, soprattutto, quel senso di “sicurezza”. Erano anni in cui, a ogni livello, si percepiva un target definito per ogni prodotto, un ambiente sicuro per ogni idea da esprimere. Beh ovviamente non erano tutte rose, ma gli scatti dell’epoca – specialmente quelli commerciali – ci comunicano questo. Erano gli anni dei “rotocalchi” delle telenovela e di…Beautiful!
Ci sembrava il tempo giusto per ripercorrere la storia e lo stile di questa azienda di cappelli, nata proprio nel 1989.
Vediamo come abbiamo realizzato:

  • effetto di “sporcatura”
  • illuminazione
  • set


Così dando anche un tocco leggermente kitsch abbiamo scelto di scattare un ritratto con delle “sporcature” analogiche in grado di far percepire il tocco leggermente vintage degli scatti.

Abbiamo optato per dei prisma, ovvero un accessorio da usare durente le fasi di scatto, in vetro, che crea effetti visivi come rifrazioni, stonature luminose e distorsioni dell’immagine. Questo ci ha permesso di dare alle fotografie un aspetto surreale, aggiungendo profondità e complessità visiva.

Avevamo bisogno di un elemento che arricchisse le sfondo con un elemento “randomico”, leggermente imprevedibile, ma non troppo. Ci è venuto in mente di proiettare, sempre sul nostro sfondo grigio, dei film del primo novecento, per dare movimento e per arricchire di sfumature particolari da enfatizzare in post-produzione. I leggeri verdi e viola presenti in foto sono nati da questa tecnica un po’ azzardata ma efficace!

Nei giorni precedenti allo shooting abbiamo messo mano alla nostra filmografia in BN per capire quali effetti di luce potessero nascere dalle diverse “pellicole”


Il risultato è stato fantastico: dei tocchi di colori, quasi pastellati e sfumati, in grado di restituire al nostro mood retrò un movimento naturale e che ci ha sorpresi a ogni scatto.

Abbiamo quindi optato per un proiettore a focale ultra corta visto il ridotto spazio tra il soggetto e lo sfondo, per avere più margine di lavoro con la lunghezza focale.


La luce principale è una luce morbida e circoscritta, ottenuta tramite l’utilizzo di un beauty dish; l’abbiamo utilizzata per dare un grande rilievo e importanza al volto ed al cappello.
Nel controluce abbiamo utilizzato uno snoot, ovvero un modificatore di luce in grado di creare maggiori riflessi nel prisma e, soprattuto, per separare maggiormente il soggetto dallo sfondo.

Attrezzatura

Trucco e make-up: un ponte di collegamento tra due mondi

Una foto è un oggetto complesso, che vive di equilibri tra competenze e riferimenti. Per restituire un messaggio, non tutti gli elementi devono assolvere lo stesso compito.
Il trucco, in questo caso, voleva essere un omaggio a quei make-up tanto sapienti quanto caratteristici delle riprese in BN. Pur non volendo mantenere esplicita la proiezione di sfondo, non volevamo abbandonare del tutto i riferimenti all’ambiente cinematografico che contribuivano a dare una forte connotazione vintage ai nostri scatti.

Abbiamo quindi lavorato su qualche reference adattandola sul volto del nostro soggetto, andando a scommettere che questo make-up fosse il collante migliore tra il nostro cinema in BN, il mood anni Novanta e l’identità della nuova collezione dei copricapi di lusso artigianali.

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