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A distanza di quasi un anno, è terminata quella che può essere definita come la continuazione del progetto blue-write. Infatti, noi di blue-hole, grazie al sostegno del Comune di Montappone, abbiamo potuto avviare il “Laboratorio di scrittura teorico-pratico-interattivo”.

Suddetto Laboratorio – che ha avuto sede (ridondante ma doveroso specificarlo) a Montappone – si è svolto tramite tre incontri in forma mista tra marzo e maggio 2025.

Il primo appuntamento del 15 marzo è stato caratterizzato da un intervento a distanza (uno speech telematico intervallato da momenti ludico-formativi con i presenti) inerente all’importanza della lettura e della scrittura, per giungere, infine, alla presentazione del progetto blue-write.

Il secondo appuntamento del 4 aprile, per merito dell’essenziale contributo di Laura Marziali, ha avuto come principale intento quello di far emergere i prompt necessari alla stesura dell’elaborato con il quale si sarebbe concluso il ciclo. Con l’ausilio di esercizi teatrali di stampo improvvisativo, i partecipanti guidati da Laura hanno inscenato piccole simulazioni recitative che hanno decretato le parole chiave (o linee guida) alle quali, chi sta scrivendo, si sarebbe dovuto attenere per redigere la storia. Le categorie entro le quali al gruppo è stato richiesto di muoversi sono state quattro:

  • personaggio;
  • animale;
  • colore;
  • luogo.

Per il personaggio è stata scelta Doria alla ricerca della sua amica scomparsa.

Per l’animale: lo scoiattolo.

Per il colore: il rosso.

Per il luogo: il bosco.

Da questi spunti, nel corso di una gestazione durata poco più di un mese (partendo dalla costruzione della trama, passando per la ricerca e la documentazione, e approdando alla correzione del definitivo), è nato Gli scoiattoli di Glendalough: un racconto fantasy ambientato in Irlanda che attinge a piene mani al suo folklore, corredato dalla splendida copertina disegnata da Giulia Rotondo – già illustratrice dell’antecedente narrazione targata blue-write Il ticchettio. Ovvero: come il Dr. Carlton Winterbottom divenne L’Orologiaio.

Il terzo e ultimo appuntamento, verificatosi in presenza il 24 maggio, ha avuto come proponimento non solo quello di approfondire con l’uditorio taluni aspetti tecnici riguardanti la fiaba, ma anche quello di instaurare un dialogo tra autore e fruitori per dare modo a quesiti, curiosità e dubbi di levarsi direttamente dalla platea.

In summa, siffatte attività – ovvero: attività che mirano alla condivisione della cultura rendendola accessibile a ogni fascia di età e grado di preparazione, come della creatività nell’uomo innata – siamo convinti essere oggi, in questa precisa cornice storica, di capitale urgenza. In un mondo in cui l’abbrutimento è dietro l’angolo di casa, in cui il “diverso” viene spesso tacciato di essere una minaccia anziché un valore aggiunto per la crescita del sé e dell’altro, in cui le grandi società adoperano l’Intelligenza Artificiale per sostituirla alla millenaria “intelligenza umana” – col suo saper fare, col suo saper ideare, questionare, dibattere e interrogarsi –, queste sono iniziative di considerevole rilevanza. Iniziative che tendono a ricordarci che, al di là delle discrepanze che si manifestano nell’approccio con l’alterità, la base resta la medesima: siamo tutti esseri umani che abitano la stessa Terra e dobbiamo aver cura non solo del nostro pianeta, ma anche dei nostri simili.

Chiudiamo con una direttrice che accompagnò un grande scrittore francese dell’Ottocento lungo l’arco della sua vita artistica e personale (già esternata durante il primo dei tre appuntamenti laboratoriali): parliamo di Victor Hugo, persuaso dal voler essere “unico e rappresentativo”. Un apparente ossimoro che cela in sé il potenziale insito in ogni uomo o donna: unico poiché ciascuno è un individuo tale e irripetibile; rappresentativo perché, proprio accanto all’esclusività, c’è un’inclusività dettata dalla semplice constatazione di un’umanità spartita.

La voce del singolo risuona e riverbera in quella degli altri, in un circolo che speriamo torni presto a essere virtuoso anziché vizioso.

Leggi Gli scoiattoli di Glendalough.

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